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Nel 1994 l’International Association for the Study of Pain (IASP) definì il termine dolore come “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno tissutale reale o potenziale o descritta con riferimento a tale danno” (Merskey and Bogduk 1994).

Nel 2020, alla luce dei numerosi progressi scientifici, la IASP ha proposto una nuova definizione, ridefinendo il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata, o simile a quella associata, ad un danno tissutale attuale o potenziale” (Raja, Carr et al. 2020) e ha sottolineato la complessità dell’esperienza dolorosa aggiungendo alcune note:

  • Il dolore è sempre un’esperienza personale che è influenzata a vari livelli da fattori biologici, psicologici e sociali.
  • Il dolore e la nocicezione sono fenomeni diversi, il dolore non può essere dedotto unicamente dall’attività nei neuroni sensoriali.
  • Attraverso le loro esperienze di vita, gli individui apprendono il concetto di dolore.
  • Il resoconto di una persona di un’esperienza come dolore deve essere rispettato.
  • Sebbene il dolore di solito svolga un ruolo adattivo, può avere effetti negativi sulla funzione e sul benessere sociale e psicologico.
  • La descrizione verbale è solo uno dei tanti comportamenti per esprimere dolore; l’incapacità di comunicare non nega la possibilità che un uomo o un animale provino dolore.

Il dolore è un’esperienza soggettiva di tipo sensoriale ed emotivo. Questa esperienza spiacevole può essere associata, ma non sempre, ad un danno dei tessuti corporei.
Il dolore è quindi un’esperienza multidimensionale legata alle sensazioni corporee e all’elaborazione cognitiva ed emotiva delle stesse.

Il dolore ha un valore innanzitutto adattivo poiché allerta il sistema di un danno avvenuto o potenziale con lo scopo di attuare soluzioni protettive finalizzate ad evitare il danno o a promuovere una rapida guarigione. Ma in alcuni casi la percezione del dolore insorge o permane al di là di un danno reale.

Il dolore è un’esperienza normale nella vita delle persone e l’incapacità di percepirlo mette a rischio la sopravvivenza stessa. Convivere con il dolore non è un’esperienza normale ed è ciò che motiva le persone a ricercare aiuto (Bernard and Wright 2004).


Bernard, A. M. and S. W. Wright (2004). “Chronic pain in the ED.” Am J Emerg Med 22(6): 444-447.
Merskey, H. and N. Bogduk (1994). “International Association for the Study of Pain. Task Force on Taxonomy. Classification of chronic pain: descriptions of chronic pain syndromes and definitions of pain terms.” Seattle; IASP Press.
Raja, S. N., D. B. Carr, M. Cohen, N. B. Finnerup, H. Flor, S. Gibson, F. J. Keefe, J. S. Mogil, M. Ringkamp, K. A. Sluka, X. J. Song, B. Stevens, M. D. Sullivan, P. R. Tutelman, T. Ushida and K. Vader (2020). “The revised International Association for the Study of Pain definition of pain: concepts, challenges, and compromises.” Pain 161(9): 1976-1982.

Luisa Allione

Author Luisa Allione

Fisioterapista e Psicologa

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